Le case di San
Secondo
Via Roma

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N.20-22
Edificio che fu
utilizzato da Del Grosso Giuseppe
(Papòn),
padre
d'Anastasio
(Susén),
Luigi
(Gigiàt)
e Teresa che vi gestiva una drogheria. Fu ristrutturato,
anteguerra, "con estrema parsimonia" da Delgrosso
(Pipéta)
e fu
abitato dalla sorella Agata
( Ghitén).
Il negozio al n. 20
fu poi occupato dalla lattaia Lavezzini Gina, poi dalla
figlia Curti Anna, dalla pettinatrice Pattini Adalgisa,
quindi, da un negozio di vestiti per bambini".
Anteguerra vi
abitarono anche le famiglie di Carlo Pellegrini,
impiegato all'Ufficio del Registro e di Longari Paride
(Banola)
col
figlio Umberto. Negli anni 50 vi abitò Oreste
Gaibazzi con la moglie Maestri Angela, i
figli Daniele e Vincenzo, il padre Primo e la madre Nelda
Rodolfi.
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Longari Paride
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Delgrosso Agata
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Pellegrini Carlo |

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N.31-37
Anteguerra, al n.31
vi era un bar gestito da Anesi Maria (detta
"Maria
dal Galòn':
vista la sua mole):
locale piccolo ma frequentato da tutti i ragazzi del
paese.
Il n. 35 era
occupato da Mazzieri Giovanni
(Pancera,
padre di
Trunchét)
che
svolgeva l'attività di elettricista e riparazioni varie.
Risiedeva al primo piano con la moglie Edvige, che
gestiva un negozio di ortofrutta nell'edificio di
fronte, e le figlie Elvira e Vincenzina. Vi abitò la famiglia Martinelli
Manlio/Copelli Ida con i figli Dalmazia e Giuseppe
(Martinelli fu uno dei fondatori e direttore tecnico
della LAMM Spa); Raffaini Giorgio (fu Aidano) con la
madre. Negli anni '50
l'edificio fu ristrutturato dai coniugi Boselli Antonietta/Oddi
Romeo, ricostruito "ex-novo" con l'aggiunta del secondo
piano e dell'interrato. La gestione del bar fu
proseguita da parte della Boselli all'insegna di "Bar
Romeo" sino agli anni '80. Fu poi affittato alla
famiglia Piana, originaria della Sardegna che gestiscono la
trattoria Angedras"
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1949 Ustaria dla Maria dal galon |

Anesi Maria |

Mazzieri Giovanni |

Tencati Edvige |

Manlio Martinelli
Copelli Ida |

Oddi Romeo |
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N.24-26
Edificio che,
all'inizio del 1900, appartenne alla famiglia Gaibazzi
che vi gestì un'avviata trattoria, poi una macelleria di
carne bovina e suina.
Negli anni '60 fu
acquistato da Cavalli Linda coniugata Dallaturca
Giuseppe
(al
Camèl, al Long)
e ristrutturato
negli anni '70/'80. Il negozio al n. 26
è utilizzato da Cavalli Attilio, con una salumeria e
macelleria di carni bovine, suine e la lavorazione della
"Spalla di San Secondo".
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Primo decennio 1900- Gaibazzi Oreste in Borgo Rovacchia |

Famiglia di Gaibazzi Oreste |
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N.28-30-32
Abitazione di Dall'Asta Giovanni
(1902-1969,Giuanòn
Dalasta)e
Mazzoli Silvia. Giovanni, figura molto nota in paese, aveva
al piano terra una bottega artigianale da
lattoniere, fabbricava grondaie e i rivestimenti
interni delle casse mortuarie (spesso lo si
vedeva lavorare sotto i portici a questa bisogna e
provvedeva inoltre a sigillare lo cassa quando ci fosse
stato sistemato il defunto. Era anche incaricato di
controllare l'orologio posto sulla torre della Rocca. Alla
sua morte, sino agli anni '80, il mestiere fu continuato dal
genero Angelo Silva
(al Cramunés).
Nell'altro
locale a piano terra, negli anni '40/'50 operò l'ortolana
Edvige. |

Giovanni Dall'Asta |

Silvia Mazzoli |

Angelo Silva |
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N.39-41-43
Negli anni '20, nel
negozio c'era l'Ufficio del Dazio, gestito da Nino
Carlassarre (Medaglia di Bronzo al V.M. guadagnata sul Carso);
poi la "Ricevitoria del lotto" gestita dalla sig.ra Bernini
Emma.
Nel dopoguerra fu
ristrutturato e occupato dalla macelleria di carne equina di
Bolsi Bruno (1921-1974), ancora oggi
presente, ma gestita da altre persone.
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Bolsi Bruno |

N.45 |
Anteguerra, l'edificio
appartenne a Maranzoni Giacomo
(1862-1937,Masnà)
e alla
moglie Erminia Varesi(1867-1943,la Masnada)
poi a Varesi
Maria
(1893-1983,Marciòn)
coniugata
Ferrari e madre di Prima (in Scaramazza), Blandina (in
Ronchini) e Amina (in Pucci). La Varesi, come tutta
la famiglia, svolgeva l'attività di ombrellaia, commercio di
setacci per la farina
(la Sdasèra)
e scope di
saggina che fabbricava e che vendeva direttamente al
mercato.
A
proposito di
queste attività, facciamo notare che a quei tempi era
normale fare aggiustare gli ombrelli rotti, visto il costo
elevato di quelli nuovi e, così pure, erano molto usati i
setacci perché molte famiglie preparavano la pasta e il pane
"in casa" e occorreva se tacciare la farina per eliminare la
crusca e altre impurità come le camole.
Con l'edificio
ristrutturato, negli anni '70 il negozio a piano terra fu
occupato dalla profumeria di Casali Maria Grazia. |

Erminia Varesi |

Maria Varesi |

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N.34-36
Si tratta della vecchia
abitazione della famiglia Gherardi
(Iamòn).
Negli anni '40 fu
abitato dalla famiglia del macellaio Gaibazzi Primo e Nelda
Rodolfi, con i
figli Oreste e Carolina (coniugata Oddi), poi dalla
famiglia Gaibazzi Oreste- Maestri Angela. Negli anni 60' vi
abitò Maestri Giuseppe che aveva la bottega da
falegname-bingonciaio nello stesso palazzo in un locale che
si affacciava sul cortile interno. Sempre in quegli anni vi
abitava Ermes Ronchini con Bandini Luigina e la figlia
Marina. Nei locali verso la via vi era l'ufficio della
sezione di San Secondo dell'Associazione Famiglie caduti e
dispersi in guerra, gestito da Giuseppe Maestri, e
nell'altro per un po' di tempo vi era lo studio del Prof.Bilzi,
dove ogni tanto martoriava un violino " cal
sgnavlava c'me gat". |

Giuseppe Maestri nella sede
dell'Ass.famiglie caduti e dispersi in guerra |

Gaibazzi Primo |
Palas dla
Chiné'na
Via
Roma |

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All'inizio del 1900
era chiamato "Il palazzo del Podestà", forse perché
in tempi più antichi vi abitava questa autorità. Anteguerra,
l'edificio appartenne a Ferrari Icilio
(1858-1937), poi alle figlie Angiolina
(1882-1966,Angiulina)
e
Liberata
(1893-1984,Trusilla).
Svolgevano commercio al minuto di carbone e di pesce,
che vendevano girando a piedi con una cesta sotto il
braccio. Erano chiamate
"al Chiné'ni'.
Racconta
Scaramuzza:
"Il
chinino per la malaria era passato dallo Stato tramite
le privative ed era pesato in ragione di grammi su
bilancini appositi, le due sorelle, nel vendere il
carbone, usavano la medesima parsimonia e un giorno un
cliente, esasperato, esclamò "a sì péss chel chinén
Negli anni '40 una
bottega fu usata dal riparatore di biciclette Mangora
Antenore
(1909-2004,Fur
Fur).
L'immobile fu poi
acquistato dall'Impresa F.lli Pezzarossa, che lo
restaurò, occupando i negozi con i propri
uffici. Un negozio fu
occupato, per alcuni anni, da una ditta d'elettronica
poi da
un negozio di articoli musicali.
All'inizio del XX
secolo l'edificio fu abitato dal calzolaio Bocchia
Eugenio
(1890-1951,Nèno),
personaggio caratteristico col suo banchetto sotto i
portici; fu suonatore di "quartino" nella banda del
paese e fondò, con Francesco Galli
(Nino,
il
celebre "Concerto Bocchia e Galli",
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N.47-49 |

Ferrari Angiolina |

Ferrari Liberata |

Mangora Antenore |

Bocchia Eugenio |
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