ANTOLOGIA

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ARNALDO SCARAMUZZA  -  " DADO"

San Secondo Parmense  2 novembre 1953

Così si presentava nel suo libro  "Le Libere Parole":

 

A me sarebbe piaciuto nascere in una di quelle calde giornate di luglio, come si vivono qua nella Bassa, da farti scottare così tanto che il il sole pare ce l'abbia persino con te.

E invece ho dovuto accontentarmi di novembre, con la nebbia di stagione, un po' di seconda mano, sempre lì intorno a ciondolare, vagabonda e curiosa.

Come emiliano mi sono chiuso tra quelle due o tre parole di vocabolario, suggeritemi a suo tempo lassù, qualcuna magari già storpiata dal dialetto e accompagnata da un gesto per dar più colore alle cose: perchè non sapevo di essere lasciato a San Secondo, che sta ad una sgambata da Fontanellato, un tiro di pallone da Parma, un acuto da Busseto e due bracciate dal Po.

Le storie del mio paese mi sopportano senza tirare tropi accidenti: io forse queste faccende non dovrei raccontarle, perchè sono un'inguaribile giovane di quasi quarant'anni  che si illude di corteggiare una donna da poesia e la vuole in pensieri e fogli tutta per sé, come una dedica da libro.

Insomma, io do sempre da fare ai miei genitori, che forse un figlio così lo offrirebbero volentieri alla pesca di beneficenza. Un figlio che desidera ancora diventare scrittore e non guadagna una lira è roba da ricchi e se poi ha dell'orgoglio è meglio che faccia il prete, al limite il santo.

Ma sono lo stesso roba di Dio e di due artisti, se considero che mia madre suona il violino come San Genesio, mentre mio padre è un anarchico di pittore. E allora, con una famiglia così, come si fa, anche soltanto pensarlo, di andare a lavorare in banca!

Forse mi sono laureato in legge per sbaglio e adesso, la laurea, mica posso restituirgliela: se però in cambio mi allungassero quei quattro anni, me li riprenderei indietro e li spenderei ancora all'asilo.

Ad un certo punto mi sono trovato in confusione, come dentro al gioco dell'oca e allora ho cominciato a scrivere qualche frase, prima sui muri e poi sui fogli: ma spesso mi capitava come qualcuno che va in Taro a pescare e poi se piglia una cheppia gliene sa male.

Il giornalino parrocchiale mi ha ospitato, ma più che alla grammatica ci teneva alla mia anima.

Mi sono strappato un chilo di ingenuità e ho iniziato a macchiare di biro alcuni mensili di Parma; di uno diventai caporedattore per la provincia, il che vuol significare passare ogni giorno dieci cento mille confini, quelli delle frazioni. Sulla Gazzetta di Parma poca roba, anche perchè sono un povero cristo d campagna, ma il direttore Baldassarre Molossi lo avrei accettato volentieri come re magio.

A me per telegramma arrivano le fortune: è il settimanale di satira "Sale e Pepe". Sono finalmente a Milano, in quella capitale che cinquecento anni fa un mio antenato abbandonava: era il calabrese Scaramuccia, un mercenario capitano delle milizie del Moro. Ahimé il giornale dura meno di un governo nazionale.

Continuo a scrivere per mio conto e faccio come quando diamo il pane ai passerotti: briciole di sillabe e sono correttore di bozze.

Tutto questo (caso mai quello che c'è in più è sempre roba vostra) per confessarvi che, nonostante tutto, io sono contento.

 

 

SCRITTI DI ARNALDO SCARAMUZZA

 

Poesie sansecondine

 

San Secondo

L'innocente novecento Le parole comete Poesie

In borgo XX1 Agosto 1921

Stranomi

Il Pettirosso

1986

Modi di dire  a San Secondo e dintorni   

1986

Appunti sulla Bassa    1987

Poesie Emiliane 

1987

Gente della Bassa  S.Secondo1987 Ai confini dell'uomo  S.Secondo1988 Cuore di ombra  S.Secondo1988

Ai confini dell'uomo 1988

Un paese un mestiere  1988 Giovannino Guareschi 1988

Il nome della Bassa

    1989

Un cielo della Bassa

    1989

La Bassa

     1990

Un amore sbagliato

    1991

La vita lontana

   1991

Le libere parole

1992

Nella pancia dei giorni

 1993

L'ultimo addio

   1993

Il nome in piedi

 1994

I sansecondini

2014

Ci sono anni della

nostra vita

2018

           

C'era una volta un paese

 2018