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RAINERI GIULIO CESARE
Parma 18 febbraio 1601- San
Secondo 30 luglio 1630
Frate cappuccino, fu vittima di carità presso gli appestati.
Compì la vestizione l’11 ottobre 1626, ed esattamente un
anno dopo, a Cesena, la professione di fede.
FONTI E BIBL.: F.da Mareto, Necrologio cappuccini, 1963,
442.
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RAINERI RAINERO
San Secondo 1765-Busseto 1805
Studiò privatamente medicina e filosofia (fu allievo di
Remigio Crescini) in Parma. Quantunque non avesse ingegno
acutissimo, né idee molto ordinate (secondo quanto attesta
Pietro Rubini, che fu suo insegnante), in virtù di grande
forza di volontà e di applicazione nello studio divenne buon
medico pratico prima in Parma, al servizio della
Congregazione della Carità, quindi in Busseto, ove successe
nel 1798 a Buonafede Vitali. Prima di darsi alla medicina
studiò più anni architettura e concorse tre volte al premio
dell’Accademia di Belle Arti di Parma.
FONTI E BIBL.: A. Pezzana, Memorie degli scrittori e
letterati parmigiani, 1833, IV, 646.
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RANIERI ANGELO
San Secondo 1515/1520-
Il Ranieri compose 63 sonetti, 24 ballate, madrigali e
canzoni. Tra i suoi sonetti, uno è in morte del conte
Federico Rossi, preside dell’Adunanza dell’Accademia di San
Secondo (in Rime lugubri, Viotto, 1564), l’altro esalta la
bellezza della donna amata con concetti del petrarchismo
platonico del tempo.
FONTI E BIBL.: Aurea Parma 3/4 1959, 184-186.
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RINALDI ANTONIO
San Secondo 1806-post 1844
Figlio di Giuseppe e di Catterina Bianchi. Architetto, operò
in Parma e a Milano. Luigi Uberto Cornazzani (Gazzetta di
Parma 26 gennaio 1829) scrive che a Milano si fa conoscere
con lode, l’architetto Antonio Rinaldi, il quale dopo aver
diretta la costruzione del nuovo studio del famoso scultore
Cav. Marchesi, architettata dal celebre Sig. Gioacchino
Crivelli, ne ha pubblicata una descrizione apprezzabile
assai da que’ dell’arte e piacevole a chiunque, per le
tavole disegnate da lui stesso, che presentano fedele e vaga
figura di quel grandioso edificio. Delle dodici che debbono
compier l’opera, quattro sono incise; e quelle raffiguranti
le varie vedute interne ed esterne ci paion fatte con grande
accuratezza, e perizia dell’effetto prospettico, come
d’altre d’icnografia saran riconosciute, in particolar modo
esatte. Nel 1842, ancora il Cornazzani sulla Gazzetta di
Parma, dopo aver detto che il Rinaldi continuava a farsi
molto onore a Milano e che era elogiato in pubblici fogli di
quella città, tra cui la Gazzetta e il Pirata, ricorda che
il celebratissimo scultore Marchesi cotanta fiducia ha nel
valore di lui, da affidargli in ogni occasione il dirigere
la parte architettonica de’ propri grandiosi monumenti. Ed
ora è cresciuto in fama colà per la recente costruzione
della casa Passalacqua. Gli edifizi riguardevoli non solo
per ricchezza di marmi, ma ancora per eleganza di
costruttura son moltissimi a Milano, e moltiplicano
prodigiosamente, eppure quella casa si riconosce degna di
lode quasi singolare; cotanto ne è semplice ed uno lo stile
dell’architettura. La faccia esterna ha le perfette
proporzioni delle fabbriche del Palladio. Il cortile ha sì
magnifico aspetto che vien giudicato più vasto di quanto sia;
e riesce comodissimo mediante uno di quegli atrj che i
periti chiamano tetrastici joni. Di tutto quel
bell’artificio il merito è del celebre architetto milanese
Gioacchino Crivelli, e del nostro Rinaldi, che, assente quel
suo maestro, nel tempo della fabbrica, la diresse e compié.
Nel 1844, il Rinaldi è nuovamente citato in una Bibliografia
del Facchino e in un altro articolo della Gazzetta di Parma,
per aver avuto un suo progetto coronato fra dieci ch’erano
stati mandati per costruzione di un edificio ad uso macello
e di mercato di Commestibile a Torino. Infine, sempre nel
1844, il giornale parmigiano La Lettura scrive, recensendo
la Bibliografia illustrante il Sepolcro Passalacqua in Paina,
Provincia di Milano, disegnato e descritto all’architetto
Antonio Rinaldi Parmigiano: Annunciamo volentieri questo
libro fatto da un nostro concittadino, il quale fuori della
sua terra nativa, va acquistando onore, per opere lodevoli
d’Architettura, ch’egli coltiva con grande amore e con
felice riuscita. Vorremmo poter dir qualche cosa delle
quattro tavole unite al libro, rappresentanti la 1° il
Prospetto del monumento; la 2° la Pianta; la 3° l’Interno;
la 4° il piedestallo del busto del Conte Gio: Battista
Lucini Passalacqua, ma non possiamo che esprimere una certa
compiacenza, avuta nel vedere questi disegni, nei quali ci è
sembrato che sia una certa gravità non disgiunta da grazia e
leggiadria di forme; proporzione regolare di parti, ed
eleganza di stile; per le quali doti c’immaginiamo come il
monumento, già eseguito, debba riuscire gradito all’occhio
di ogni riguardante, sia egli perito o ignaro di Belle Arti.
Il monumento funebre Passalacqua palesa elementi di un
neoclassicismo decadente, già orientato verso forme
rinascimentali. L’edificio funebre non manca di una certa
grandiosità. Il Rinaldi esercitò gran parte della sua
attività lontano da Parma. Frequentò il corso di
architettura dell’Accademia di Belle Arti di Parma (1829) e
il corso di matematica e fisica dell’Università di Parma.
L’appartenenza del Rinaldi all’Accademia è dimostrata dal
seguente documento: Accademia Ducale di Belle Arti. Adunanza
Privata straordinaria del 31 marzo 1844. E ancora
dall’Architetto Antonio Rinaldi, uscito dalle nostre scuole,
si mandavano in dono da Milano, con lettera del 6 aprile
1844, a questa Accademia sette tavole litografiche
rappresentanti il laboratorio del Cav. Pompeo Marchesi,
disegnate dall’istesso Rinaldi. Il Corpo Accademico, mostrò
di aver caro un tale atto di ricordanza del volonteroso
giovine, e ancora verso di lui lasciò al segretario
l’Ufficio di rispondere e ringraziare.
FONTI E BIBL.: Gazzetta di Parma 26 gennaio 1839 e 9 marzo
1842; C. Trombara, Antonio Rinaldi, architetto parmense del
sec. XIX: sue opere per l’Università di Parma, in Parma per
l’Arte 5 1955, 31-35; F. da Mareto, Bibliografia, II, 1974,
908.
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RIVA ANTONELLA
San Secondo 3 settembre 1981

Diploma di perito chimico, è laureanda in Chimica
Industriale presso l’Università degli Studi di Parma. E’
tesserata per la Fodiaria Sai Atletica e il suo allenatore è
Maurizio Pratizzoli.
Primati Personali
- 200m 24’’8 (MANUALE) ; 400m Indoor 54’’11 -
Outdoor 54’’15 ; 600m 1’26’’7
- Record Italiano Juniores 1’32’’06; 800m Indoor
2’03’’74 - Outdoor 2’02’’74
Titoli (campionati italiani)
Categoria juniores 3° 400 M (Fiuggi 1999); 1° 800 M (Piovene
Rocchette 2000)
CATEGORIA PROMESSA 2° 800 M (Milano 2002); 3° 800 M Campionati italiani
Assoluti (Viareggio 2002)
2° 400 M Indoor (Ancona 2003); 2° 200 M Indoor (Ancona
2003); 3° 800 M (Grosseto 2003)
CATEGORIA ASSOLUTA 3° 800 M (Bressanone 2005); 2° 400 M Indoor (Ancona 2006);
2° 800M (Torino 2006); 2° 800 M Indoor (Ancona 2007); 2° 800
M (Padova 2007)
Maglie azzurre
Triangolare juniores ITA-SPA-ING Grosseto 2000; Incontro
Internazionale ITA-RUS-FRA-SPA Viareggio 2005
Universiade IZMIR 2005; Incontro Italia-Finlandia 2007;
Coppa Europa Milano2007, 4x400; Universiade BANGKOK 2007
Decanation Parigi 2007; Incontro Italia-Finlandia 2008;
Coppa Euroa Idoor Mosca 2008
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RIVA DON BRUNO

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RIVA GIAN MARIA
1981 +16/06/2008
Commissario
dei volontari della Croce Rossa Italiana, delegazione di San
Secondo, conosciuto e stimato per il suo impegno nel
volontariato e per le sue doti umane,un
punto di riferimento preziosissimo che hanno sempre ammirato
per il dinamismo, e la tenacia con cui sapeva portare avanti
ogni iniziativa a favore della Cri. Perito in un
tragico incidente stradadale il 16 giugno 2008
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ROMANI GIUSEPPE ANTONIO
Monticelli-Bologna 7 marzo 1750
Frate dell’Ordine dei Minori Osservanti. Nel Capitolo del
1717 venne eletto Definitore di Provincia e nel 1718 ebbe
laurea di giubilazione. Fu bravo teologo e celebre
predicatore. Per
vari anni, a partire dal 1720, governò in qualità di
Guardiano il convento di Recollezione presso San Secondo.
Poiché la chiesa era quasi diroccata e il convento bisognoso
di riparazioni, il Romani provvide al restauro dell’una e
dell’altro. Inoltre provvide la sagrestia di vasi e
suppellettili sacre e arricchì la biblioteca di molti e
nuovi libri (Flaminio, tomo 2, 538; Atti Capitolari, tomo 2,
35 e 38; Codice G Serie dei Guardiani). Nel Capitolo del
1732 venne eletto Superiore della Provincia: Haec est
electio Min. provincialis per Patres Vocales in conventu
nostro Ss. Annuntiatae Bononiae capitulariter congregatos
anno Domini 1732, die 14 maii, canonice ac rite celebrata;
Praesidente in ea A. R. p. Ioanne Antonio Lucensi Commiss.
Visitatore; in qua quidem electione. Per il Provincialato A.
R. p. Ioseph Antonius a Monticellis habuit vota 42, supra
43. (Atti Capitolari, tomo 2, 94).
FONTI E BIBL.: G. Picconi, Ministri e vicari provinciali,
1908, 253-254.
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ROSSENA ANGELO
San Secondo 1847/1861
Studiò all’Accademia di Parma, ma venne espulso dallo Studio
Toschi nel 1838. Artista dunque poco legato alle consuetudini
accademiche, eseguì all’acquaforte tra il 1860 e il 1863 una
serie di effigi di personaggi della Famiglia reale tratti da
fotografie, alcune delle quali furono presentate
all’Esposizione Industriale Provinciale di Parma nel 1863.
Mantenne una certa dignità artistica finché operò
nell’ambito della scuola. In seguito la sua produzione si
fece sempre più artigianale e frettolosa. Fu attivo anche
nel 1861, come attesta una sua mediocre immagine di Sant’Abbondio nella chiesa di San Savino. Tra le sue cose
migliori sono due ritratti: Il Barone Bolla e il Vescovo
Cantimorri. Collaborò alla Galleria Pitti di Luigi Bardi (Ignoto,
dal Pontormo e Ignota, dal Bassano).
FONTI E BIBL.: P. Martini, L’arte dell’Incisione in Parma,
1873; L. Servolini, Dizionario illustrato incisori italiani
moderni e contemporanei, Milano, 1955; Arte incisione a
Parma, 1969, 58; A.M. Comanducci, Dizionario dei Pittori,
1974, 2811; Enciclopedia di Parma, 1998, 578.
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ROSSENA PAOLO
San Secondo 18 ottobre
1722-Lisbona 7 maggio 1763
Frate francescano, fu sagrista e confessore nell’ospizio per
gli Italiani in Lisbona (1755) e poi missionario a Bahia nel
Brasile. Dovette essere rimandato in patria per motivi di
salute e durante il viaggio morì. Compì a Guastalla la
vestizione (10 novembre 1740) e la professione di fede (10
novembre 1741). Fu ordinato sacerdote a Borgo San Donnino il
1° novembre 1746.
FONTI E BIBL.: F. da Mareto, Necrologio Cappuccini, 1963,
282.
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ROSSI ANTON GERMANO
Nasce a San Secondo Parmense nel 1899 morto a
Roma 1948.
Giornalista e scrittore, è stato redattore del
“Marc’Aurelio”, uno dei più importanti fogli satirici
italiani. Fu inoltre condirettore del “Travaso delle idee”,
redattore di “Ecco”, fondatore de “Il Giornale delle
Meraviglie” e collaboratore de “La Stampa”. Divenne famoso
soprattutto per le sue novelle (o “contronovelle” come egli
stesso le definì”) che pubblicava regolarmente negli anni
del regime fascista su numerosi fogli umoristici e poi
raccolte nel volume Porco qui! Porco là!. Precursore,
insieme ad Achille Campanile, della letteratura del teatro
dell’assurdo, introduce giochi verbali e calembours di
origine surrealista nelle sue novelle contribuendo a dare un
quadro demistificatorio dell’epoca in cui visse.
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ROSSI GIUSEPPE
Parma-post 1857
Medico. Nel 1845 fu nominato membro della Commissione di
Sanità e Soccorso di Solignano. Emigrò a Torrile nel 1857. È
forse lo stesso che fu Podestà di San Secondo nel 1831.
FONTI E BIBL.: U.A. Pini,
Vecchi medici, 1960, 32.
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ROVACCHIA MASSIMO
San Secondo 1558 c .-post
1597
Figlio di Giovanni Antonio, notaio, e di Francesca Pizzi.
Nel 1577 studiò nel seminario vescovile di Parma e in quello
stesso anno perdette la madre. Nel 1582 si portò a Cremona,
in casa Persichelli, ove dimorò un anno. Nel 1583, deposto
l’abito ecclesiastico, andò a Venezia con lo zio Francesco
Rovacchia, ritornato in Parma nello stesso anno, il 12
maggio 1584 vi fu creato notaio. Sempre nel 1584 sposò
Pasquina Raineri, dalla quale ebbe diversi figli. Il Rovacchia scrisse un interessante codice contenente Croniche
di Parma et d’altri luoghi (di Giovanni del Giudice), Breve
narrazione dello Stato di Maria Regina di Scozia e di suo
figlio (scritta nel 1583 in Cremona da Francesco Masi) e
Cronica di quanto di più rimarchevole è accaduto dall’anno
1577 fino al 1597 nell’Europa, e specialmente in Italia, e
più minutamente in Parma, e in S. Secondo (dello stesso
Rovacchia).
FONTI E BIBL.: A. Pezzana, Memorie degli scrittori e
letterati parmigiani, III, 1827, 653-654; G.B.janelli,
Dizionario Biografico dei Parmigiani, 1887, 350.
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