
1978
Tutto iniziò sui 27 Megahertz,
con i gracchianti ricetrasmettitori CB, di solito ci si
sentiva alla sera, un lungo rincorrersi di brevi
messaggi, fischi e 7351. Un'idea prese forma e pian
piano raccolse l'adesione di tanti amici:
-Facciamo una "Radio
libera"! (come si diceva allora).
La sede la fornì Pier Luigi
in Via della Repubblica, due stanze al
primo piano: una con un gran tavolo per le riunioni e per affettarci
qualche salame; l'altra divisa in due da una parete. Da una lato l'archivio
musicale, il
trasmettitore ed una postazione d'emergenza. Dall' altro lato, lo studio vero
e proprio, insonorizzato coi classici portauova, il mixer, i
piatti, i registratori ed un tavolo per gli ospiti. |
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Radio Bassa Parmense era formata da: Cesare
Pezzarossa, Pier Luigi Poldi Allaj, Daniele e Vincenzo Gaibazzi,
Carlo Furia, Romano Cassoni, Vito Bodini, Stefano Faelli, Gian Paolo
Marani, Carlo Bonini, Felicina Lubinu, Mario Pedretti, Marco
Bergamaschi, Germano Malanca, Giacomo Scalvenzi, Floriana Caporali, Mauro Adorni (Iaio),
Maurizio Zanni, Mario Bocelli (fornitore ufficiale di un ottima
Fortana e "pocket coffee" e tanti altri che si sono succeduti nel
tempo. Includerei come socia onoraria la signora Alfea,
inquilina del secondo piano, che a volte ci faceva compagnia, quando il
programma e gli ospiti gli piacevano, a volte invece s'arrabbiava per il "casino"
che facevamo. |
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Iniziammo con un trasmettitore a valvole,
un recupero d'apparati aeronautici; coi
suoi limpidi 50W sui 91,650 MHz. Le prime prove tecniche di
trasmissione irradiarono un brano ripetuto continuamente:
manà manà manà dudu dudu manà manà manà dudu dudu manà manà manà
dudu dudu manà manà manà dudu dudu manà manà manà dudu dudu manà
manà manà dudu dudu manà manà manà dudu dudu manà manà manà dudu
dudu.
Seguite dalle
nostre partenze a razzo per "vedere
dove arrivava il segnale". Al via: la Mini di Vito e di
Cuper, la Simca di Romano, la 128 di Cesare, la 126 di Daniele,
la 500 arancione di Vincenzo (che con l'antenna da CB sembrava una
macchinina da autoscontro) e Iaio in vespa.
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Cominciammo le
trasmissioni; quelle in diretta verso sera, dopo
il lavoro, poi il sabato e la domenica
tutto il giorno.
I programmi
variavano: dal radiogiornale letto da Pier
Luigi, ma proprio letto! Si sentiva in
sottofondo il voltare delle pagine della
"Gazzetta di Parma", il liscio con dediche
di Daniele e Vincenzo, il varietà "I
Lambruscosonti" di Romano,
alla musica dei Dj Giacomo e
Germano, ai dibattiti su problemi del paese.
Nel frattempo i
"ragazzi" si erano un po' gasati;
non erano più soddisfatti della potenza del
trasmettitore, volevano coprire un'area più
grande, ma non si navigava nell'oro, anzi quasi
non riuscivamo a pagare le solite bollette. |
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Dopo qualche riffa, e sborsando
di tasca nostra, si comprò un trasmettitore da
100W ed un antenna nuova. Un problema da
risolvere fu come posizionare questa antenna. Il
lungo palo fu innalzato a forza di braccia come
l’obelisco di piazza S. Pietro nel 1586, infatti
ci mancava solo che qualcuno gridasse: Acqua
alle corde! |
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Romano |
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continua
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